Sto ricevendo molte segnalazioni su Libero Blog (grazie a Giorgio, il primo ad avvisarmi), il nuovo servizio di Libero dedicato alla blogosfera (composto da un motore di ricerca per i blog e una sezione che aggrega contenuti presi da diversi blog).
Le reazioni e i commenti si stanno moltiplicando in Rete, positivi e negativi.
La critica più rilevante arriva da Massimo Mantellini, uno dei più stimati blogger italiani:
Dice Massimo: "In realta', per lo meno in questa sezione magazine
si tratta di una banale operazione di cannibalizzazione dei contenuti.
Anche leggermente vergognosa. E la assenza di messaggi pubblicitari
nelle pagine di LiberoBlog (ma non in tutto il resto del sito di
Libero) ovviamente non rende il mondo diverso da quello che e'.
Insomma: "disintermediato" per nulla."
Il problema in estrema sintesi è il seguente: da un lato è vero che Libero introduce un servizio utile e positivo per il mondo dei blog (contribuendo a diffonderne la conoscenza, il pensiero dei bloggers, ecc.); dall'altro lato però accentra i contenuti sul proprio sito (pur citando la fonte dei post con link al messaggio originale) e - secondo i critici - cannibalizza i contenuti dei singoli bloggers (sottraendo di fatto anche traffico e utenza).
Personalmente ritengo positiva ogni iniziativa che in Italia contribuisca alla crescita e alla diffusione della blogosfera (la visibilità di Libero contribuirà senz'altro a dare risalto al mondo dei blog), ma è importante fare alcune osservazioni tecniche:
1) La scelta di Libero per la ricerca, mi sembra una scelta tecnicamente datata. I motori di ricerca si stanno evolvendo (e si evolveranno) in una direzione diversa rispetto al semplice elenco di risultati.
Non basta l'elenco dei blog che contengono il termine cercato, voglio sapere di più.
Quanto il blog é autorevole?
Quanto é diffuso in rete (link, sources)?
Qual è il buzz, l'argomento caldo del momento tra i bloggers?
Ci sono immagini collegate al termine che ho cercato?
Chi sta facendo la mia stessa ricerca quali siti va a vedere?
Quali altri siti consiglia?
Una ricerca fatta solo di risultati, che non include le informazioni dei network sociali collegati a quei risultati, non serve più.
2) Anche la scelta di aggregare contenuti all'interno di unico "meta blog" non è una scelta tecnica (e di marketing) in linea con la nuova direzione che sta prendendo il web.
Se guardiamo Technorati è evidente che i TAG (= categorie associate dal bloggers ad ogni post) rivestono un'importanza crescente perché esaltano "l'intelligenza che sta agli angoli".
Esiste infatti un'enorme differenza tra aggregare contenuti su un sito e "taggarli" perché siano trovabili attraverso un sito.
Nel primo caso si accentra la fonte d'informazione e si opera una scelta arbitraria dei post da mostrare; nel secondo caso, invece, si utilizza il concetto di folksonomy per lasciare ai bloggers la scelta della propria categoria di appartenenza (sto postando qualcosa di politica o di videogame?), valorizzare i singoli blog, senza sottrarre loro nè contenuti nè traffico.
E' la stessa differenza che esiste tra un'enciclopedia tradizionale e wikipedia, tra broadcasting e peer to peer, tra progetti di ricerca centralizzati e grid.
3) In Libero Blog manca un protagonista tecnico fondamentale: RSS.
RSS oggi è l'informazione.
Dove sono gli RSS?
Come faccio a tenermi aggiornato ?
E ancora: perché Libero Blog non pubblica anche un link agli RSS dei blog (in stile Feedster)?
L'informazione pubblicata solo su una pagina html, limita la diffusione stessa di Libero Blog e preclude il suo utilizzo come fonte d'informazione (salvo usare software appositi di conversione html to rss).
In sostanza, oggi senza RSS non si può essere "un organo d'informazione".
4) La ripubblicazione di post altrui, da parte di Libero Blog, se pubblicati sotto creative commons, non rappresenta problemi ed è a mio parere legittima (nei limiti della licenza CC che si è scelta). E' proprio lo scopo della licenza Creative commons (in aggiunta il blogger aumenta la propria visibilità) !
Se invece un blog non pubblica sotto CC allora possono esserci diverse ipotesi (ai giuristi la valutazione legale dell'operazione compiuta da Libero) e si può arrivare al caso limite di un blog che impedisca espressamente di riprendere i propri contenuti (negli USA esistono casi di bloggers che hanno chiesto a Google News di non riprendere i propri post).
Link a Libero Blog
Blogs che stanno parlando di Libero Blog
Link al post di Massimo Mantellini
Pur pubblicando sotto creative commons, il loro sito viola la mia licenza.
Hanno modificato il titolo, aggiunto un "sottotitolo", tolto i riferimenti a slashdot che avevo lasciato in fondo all'articolo.
Inoltre, in fondo alla pagina e' presente l'indicazione di copyright "Libero Infostrada" (ma se l'originale l'ho scritto io... e non li ho mai autorizzati?), nonche' un link a "pubblicita'", per Libero, il che rende il sito (nel suo complesso) commerciale.
Unica condizione rispettata: il link al mio articolo originale, che personalmente non mi pare abbastanza.
Scritto da: DElyMyth | 23 febbraio 2005 a 12:39
Hai ragione.
Un conto è riprendere un post (anche tutto ma esattamente come è stato postato), un conto è editarlo.
Il servizio, comunque, è appena partito e sono sicuro che subirà diverse modifiche, proprio per evitare questo tipo di comportamento.
- M
Scritto da: Marco | 23 febbraio 2005 a 12:50
Boh, per ora sono passata al buon vecchio "all rights reserved"...
Mi secca perche' e' stata la prima volta che mi e' successa una cosa simile, ma se non rispettano la mia richiesta di rimozione, almeno posso folgorarli a dovere :)
Scritto da: DElyMyth | 23 febbraio 2005 a 14:07
diciamo che un risultato di "visibilità" per il nuovo prodotto l'hanno raggiunto ... se poi si parla di brand equity ... ma tanto io libero non lo uso più dai tempi di IOL :)
Scritto da: Giuseppe Mayer | 23 febbraio 2005 a 14:29
Direi che la valutazione sulla qualità dell'operazione e quella sulla legittimità si incrociano ma sono distinte.
Dal primo punto di vista a me non dispiace il loro lavoro, compresi i riediting. Il fatto che non si adattano al modello corrente dei motori di ricerca non è un difetto anzi, con google non ci puoi concorrere, nè per quanto pervasivo è l'unico modo di aggregare i contenuti. Ben vengano le alternative.
Sui tag anche sono molto scettico. Funzionano bene con flickr, ma altrove? In delicious mi convincono poco.
Sull'altro fronte c'è poco da dire. Hanno depredato a destra e a manca senza chiedere nulla. I limiti imposti da CC sono violati in almeno tre punti e non c'è spirito o logica della rete o netiquette che tenga: rispettare tutte le clausole se veramente si crede nello scambio dei contenuti (e pure se non).
Per chi non rilascia sotto licenza permissiva ancora peggio: la copia non è permessa di partenza e implicitamente non è un caso limite. E google news non c'entra in quanto li entra in campo il diritto di citazione di estratti.
Poi vabè sono convinto che troveranno una soluzione.
ciao
Scritto da: Antonio | 23 febbraio 2005 a 17:45
A me l'analisi di Marco è piaciuta: coglie bene le difficoltà di un progetto che da una parte è "troppo indietro", dall'altra cerca di correre fin troppo avanti...
Scritto da: Giuseppe Mazza | 24 febbraio 2005 a 15:04
Voglio dire la mia sulla questione Libero Blog. Io credo che chi scriva su un blog lo faccia per essere letto. Lo faccia perchè le proprie idee vengano lette e poi magari anche divulgate. Almeno, io scrivo con quell'intento.
Immaginate che io scriva una delle mi solite frasi evocative e surreali, e domani mi svegliassi e la trovassi scritta su un muro con un gessetto da un bambino. E chissenefrega se c'è o meno il mio nome. Insomma, io domani mattina sarei la persona più felice del mondo. Ho trasmesso qualche cosa a qualcuno. Ho divulgato quello che sono io, e qualcun'altro l'ha fatto proprio ed a sua volta trasmesso.
Capisco che in alcuni casi la citazione della fonte è particolarmente dovuta, ma insomma, stiamo parlando di blog. Non atteggiamoci come star. Meno egoismo, meno balli e cocktail, meno pigrizia di sentimenti.
Punti di vista, eh.
Scritto da: Alice Avallone | 25 febbraio 2005 a 10:41
L'analisi di Marco mette in evidenza i molti aspetti, sia positivi che negativi, dell'iniziativa di LiberoBlog.
Dobbiamo abituarci a questa natura ambivalente delle iniziative della blogosfera, dal momento che il suo successo richiamera' inevitabilmente attori di varia natura, mossi da diverse motivazioni, e che perseguono diversi obiettivi.
Sulla questione del 'copyleft' non rispettato, ho detto piu' volte che un modo efficace e potente per difendersi, non e' certo adire a vie legali, ne' chiudersi a riccio come verrebbe voglia di fare, ma sfruttare la rete stessa, e le sue regole.
Insomma, se si diffonde nella blogosfera un giudizio di disapprovazione per la cannibalizzazione dei contenuti, se addirittura si anima un vero movimento di protesta, LiberoBlog, proprio perche' e' un'iniziativa commerciale e ha interesse a preservare la propria immagine, dovra' necessariamente tenerne conto.
Scritto da: gino | 25 febbraio 2005 a 11:52
L'intervento di Marco è una fetecchia sotto "quasi" tutti i punti di vista. Salvo soltanto una minima parte ma del tutto ininfluente sul giudizio complessivo. Quelli che condividono non li comprendo proprio. O meglio, li comprendo: perchè in Italia sono pochi quelli che capiscono qualcosa, e questi non scrivono blog perchè non hanno tempo. Devono lavorare! Mica sono tutti come Mantellini che vive di rendita e passa le sue giornate a scrivere 4 fesserie in croce e a compiacersi dei suoi 100 -forse 130 - lettori? Parlate di cannibalizzazione di contenuti, quando in america aggregatori come questo di Libero ce ne sono a bizzeffe. Dovete quasi ringraziarli questi di Libero che vi hanno dato un pò di importanza. Gli errori li hanno commessi, ma non sono così gravi al punto da farvi incappricciare così tanto. Sembrate delle checche inferocite!
Scritto da: Carlo | 25 febbraio 2005 a 18:48
Carlo se hai voglia di parlare benvenuto.
Se hai voglia di insultare senza argomentazioni lascia perdere.
Grazie
Scritto da: Marco | 25 febbraio 2005 a 18:58