Inchiostro segnala:
Come preannunciato su questo blog, il Peer to Peer proprietario sta per chiudere i battenti e con esso un'epoca.
Le Major hanno dimostrato tutta la loro miopia se per anni hanno ricorso i mulini a vento, ed adesso con una semplice lettera (forti della sentenza "Grokster") carica di paroloni riescono a far chiudere, o per lo meno a far cambiare direzione, a programmi sulla breccia da anni.
E così WinMX chiude, Grokster chiude (perdita di poco valore), Bearshare termina il suo sviluppo, Limewire vira verso il software commerciale.
Il caso Limewire è l'ultimo di una lunga serie: anch'esso, attraverso la sua software house, ha ricevuto la lettera della RIAA che intimava la cessazione di tutte le attività connesse al circuito P2P.
La versione 5.0 (in fase di sviluppo) conterrà dei filtri che consentiranno di verificare che il materiale distribuito abbia la licenza legale. E' evidente la virata commerciale del software e quindi il suo progressivo abbandono dei quasi 2 milioni di affezionati al limone P2P.
WinMX non è morto anzi si sta trasformando in open-source: come molto spesso accade, la comunità di appassionati ha reagito prontamente alla chiusura del sito e dei server.
Questo sembra il primo passo verso la liberilazzazione del codice; sono pronto a scomettere che qualche "golaprofonda" riuscirà a dare agli smanettoni il sorgente per potenziare ed evolvere questo storico programma.
Rimane in piedi solo eDonkey anche se voci, poi smentite, lo davano aver alzato bandiera bianca.
L'era del P2P proprietario sta per finire ma il P2P è vivo più che mai.
Morto un papa se ne fa un altro, sono sempre convinto di questa affermazione :-)
Scritto da: Nicolò | 26 settembre 2005 a 23:32
Le case discografiche nn riescono a capire che il p2p è solo un mezzo di diffusione di files.
Se non riescono a vendere i cd è solo colpa loro.
D'altronde un cd musicale sta a 20euro circa.
Per non parlare dei dvd.
Prezzi che nel 2005 sono assurdi x qualche 40-50 min di musica...
Scritto da: Golaprofonda | 27 settembre 2005 a 00:06
Probabilmente la domanda è da ignoranti:
per quale motivo edonkey sopravvive?
Scritto da: gio | 27 settembre 2005 a 15:31
La domanda è molto pertinente. La MetaMachine è un'azienda all'avanguardia nel settore P2P e quindi ha molte più risorse delle altre società.
Sta rimanendo sola e non è un bel segnale.
Ricordo che la Metamachine stava sviluppando il progetto KDrive (kdrive.com) per sviluppare un software sicuro ed anonimo.
Potrebbe svoltare su questo progetto a discapito di eDonkey.
Scritto da: Inchiostro Simpatico | 27 settembre 2005 a 16:27
Il P2P è illegale, questo è il messaggio lanciato dalle major discografiche e amplificato dai media negli ultimi anni.
Non esiste la possibilità di non capire il messaggio o far finta di niente, le maggiori reti di P2P stanno arrivando o sono arrivate al capolinea a seguito delle campagne delle case discografiche e in generale da chiunque sia detentore di diritti d’autore.
Gli utenti del filesharing abituati da anni all’opportunità di accedere a contenuti d’ogni genere, non voglio perdere questa possibilità e cercano in ogni modo di mantenere in vita il P2P.
La modalità in cui è utilizzato il P2P è illegale per le leggi vigenti in tutti i paesi industrializzati, le uniche possibilità di sopravvivenza dello scambio di files protetti da diritto d’autore nella modalità conosciuta finora è quello di utilizzare gli strumenti esistenti per il P2P a proprio rischio e pericolo.
In tanti si chiedono se esiste un modo legale per riscattare il P2P.
Occorre capire i punti di forza del peer to peer per individuare l’utilizzo futuro.
La potenzialità del filesharing è data dall’utilizzo della banda degl’utenti per il download di documenti, risparmiando quella del distributore dei contenuti, in quanto tutti gli utenti sono detentori dei contenuti.
Questa potenzialità si presta ad essere utilizzata anche in modo legale se reinterpretata e indirizzata a proteggere i contenuti soggetti a diritto d’autore.
Per un utilizzo legale del P2P, i contenuti presenti nella rete di un applicativo di filesharing, devono necessariamente essere resi disponibili da una sola entità che garantisce la legalità per i contenuti distribuiti.
L’ente deve verificare cosa è introdotto nella propria rete P2P verificando le licenze necessarie alla distribuzione.
Due potrebbero essere le strade percorribili per chi volesse creare un nuovo software legale per il filesharing:
· La distribuzione di contenuti d’autori che non trovano sbocco nei canali ufficiali
· Il prestito di contenuti protetti da diritto d’autore previa autorizzazione dei detentori dei diritti.
La prima ipotesi permette agli autori senza editore di distribuire i propri contenuti e proporsi agli utenti della rete, facendosi pubblicità a costi bassissimi.
Questo tipo d’utilizzo del filesharing è gia noto e utilizzato ma oggi è proposto insieme quello illegale.
La seconda ipotesi invece si propone come una biblioteca virtuale dove chi detiene i diritti d’autore presta i contenuti ad un utente alla volta, com’è già fatto al di fuori del cyber spazio dalle normali biblioteche.
Quest’ipotesi permette a tutti di scaricare dei contenuti che però possono essere fruiti solo per un periodo limitato da una licenza temporanea.
L’idea di una biblioteca globale, da cui ogni utente può attingere contenuti da qualsiasi ente detenga diritti d’autore e voglia prestarli per la consultazione temporanea, è quello che ci si aspetta da tutte le biblioteche del mondo nell’era d’internet.
Questo permette di distribuire la conoscenza a chiunque abbia accesso alla grande rete.
Esiste quindi possibilità di un utilizzo legale e consapevole del P2P, per realizzarlo serve la volontà delle società detentrici dei diritti d’autore a rendere il mondo più libero e uguale per chiunque voglia partecipare alla conoscenza.
Scritto da: reporter | 02 ottobre 2005 a 16:57
Caro Reporter in linea di principio sono d'accordo con te ma le tue conclusioni non mi convincono molto.
Indubbiamente il P2P sta ledendo diritti di lobby economiche ma non ci si può fermare a questo.
La tecnologia ha da sempre cambiato gli aspetti della vita sociale delle persone modificando, scoperta dopo scoperta, il business delle varie compagnie.
Anche le radio avevano avuto lo stesso trattamento che stanno riservando al P2P. Oggi le radio sono un fonte di musica, sapere e notizie e nessuno si ricorda più la loro travagliata nascita.
Chi ha i soldi ed i fili di un mercato non ha, quasi mai, la forza intellettuale di capire che i giochi sono cambiati che nulla è immutabile.
Quanto hanno speso in battaglie legali in questi 11 anni di P2P? Quanti soldi potevano essere stanziati per nuovi artisti, visto che loro dicono di difendere gli artisti?
Il noleggio e l'affitto di prodotti culturali (passami il termini un pò anacronistico) non avverrà per il semplice fatto che i potenti vogliono guadagnare e basta...la apple sta subendo pressione per aumentare il prezzo dei brani musicali "leagli".
Lo ripeto da molto tempo...le major perderanno o rimarranno in piedi con un forte ridimensionamento.
Scritto da: Inchiostro Simpatico | 03 ottobre 2005 a 10:23
ZiZZSU Very true! Makes a change to see someone spell it out like that. :)
Scritto da: Melia | 09 aprile 2011 a 23:20