La notizia dello scontro tra Governo Americano e Google sta facendo il giro del mondo e merita alcune osservazioni.
In sintesi il Dipartimento di Giustizia avrebbe richiesto i dati delle ricerche effettuate dagli utenti (in un determinato periodo di tempo), ai principali motori di ricerca al mondo; stando a quanto afferma Boingboing, MSN, Yahoo e AOL avrebbero già accettato mentre Google ancora no.
Personalmente a prescindere dal motivo della richiesta (che si tratti di una richiesta per il Child online protection Act o per prevenire il terrorismo, la sostanza non cambia) mi sembra importante evidenziare la conseguenza di questo tipo di iniziative.
La totale perdita di fiducia, da parte di noi utenti.
Concordo con Battelle sul fatto che non posso fidarmi di un motore di ricerca o di un servizio online se poi i dati che gli affido (che sia il mio ip, le mie query o la mia posta) li rivelerà a terzi (governi e non).
Sono personalmente contrario al concetto di controllo dei dati online come soluzione dei problemi, perché se si accetta e si permette questo atteggiamento, si arriva inevitabilmente ad un controllo sempre maggiore delle nostre attività/vite.
Seguendo questa linea si arriva davvero in un attimo ad installare un RFID sottocutaneo ad ogni cittadino, "per la nostra sicurezza" :(
Mi sembra allora fondamentale che i principali players tecnologici al mondo, "MAYG" (Microsoft, AOL, Yahoo e Google), assumano una posizione molto chiara nei nostri confronti.
I dati che ogni giorno Vi affidiamo sono o NON sono riservati?
Se, di fatto, non lo sono, noi utenti ci comporteremo di conseguenza.
Alcuni proseguiranno come prima altri non useranno più questi servizi, rendendo anonima il più possibile la propria navigazione e via dicendo.
Fine della fiducia, fine del dialogo.
E' questo quello che MAYG vogliono?
E' questo quello che vogliono i governi?
Vi segnalo sotto i principali link per seguire direttamente la vicenda:
Memorandum: tech.memeorandum @ 6:25 AM ET, January 20, 2006.
Boingboing
Searchenginewatch
Battelle
Googleblogoscooped (da cui è presa l'immagine di questo post)
Purtroppo e' vero..e il problema credo sia nella totale mancanza di una corretta politica di informazione nei riguardi della massa degli "internauti"..
La conseguenza diretta e' che, in assenza di movimenti generali e dell'opinione pubblica al riguardo, molte volte tali iniziative da parte di governi o altro passano in secondo piano se non, addirittura, avvenire all'insaputa dei piu'.
Scritto da: Federico | 20 gennaio 2006 a 14:48
La questione della privacy è talmente importante quanto strategica per chi governa una nazione tanto tecnologicamente avanzata quanto medioevale in alcuni suoi valori (considerare legge di Darwin fuffa, nuove crociate contro i terroristi, ripristino dei valori cristiani primordiali).
Concordo con quanto hai espresso tu ma ti faccio una domanda: queste aziende non sono quelle che accettano di censurare i siti/blog cinesi per non perdere posizioni nel florido mercato cinese?
A quanto ne so io solo Google si è opposta mentre Yahoo! e Microsoft hanno già dato parere favorevole.
Parli di fiducia ma se non uso Google per le mie ricerche cosa uso? Chi è leader incontrastato in un mercato difficilmente si batterà per proteggere i diritti dei suoi utenti.
Ti ricordo che il governo Bush ha intercettato telefonate di privati in tutta l'america senza le dovute autorizzazioni, invocando la sicurezza nazionale.
Dobbiamo prendere coscienza che questa sarà una nuova battaglia da fare per il bene di tutti....negli anni '70 aborto e divorzio, oggi privacy e sicurezza dei dati.
Scritto da: Inchiostro Simpatico | 20 gennaio 2006 a 14:57
Innanzitutto, approfitto per salutare Marco Montemagno.
In secundis, dico che Bush sta "tirando" troppo la corda!
Sia le intercettazioni che la pretesa dei nomi sono cose inaccettabili.
Scritto da: GHIGNO DI TACCO | 22 gennaio 2006 a 10:35
Update!
Google non molla e non darà i dati richiesti dal governo che a sua volta vuole percorrere una strada un pò losca: vuole dimostrare l'inefficienza dei filtri anti-porno e quindi aver ragione sulla pretesa del traffico di google.
Moltissime le proteste anche perchè si aprirebbe un precedente giuridico pericolosissimo.
Scritto da: Inchiostro Simpatico | 23 gennaio 2006 a 11:12
Curioso che Google difenda la privacy dei cittadini americani e poi consideri i cittadini cinesi persone di serie B.
Quando leggo di autocensure, di commistioni con dittature economicamente al passo con i tempi mi viene il disgusto.
Come possiamo fidarci di aziende che si comportano a secondo del vento che tira nella nazione in cui operano?
Scritto da: Inchiostro Simpatico | 25 gennaio 2006 a 11:41