Volevo allargare la discussione che abbiamo avuto nei commenti del post di qualche giorno fa riguardante i blog che seguono Sanremo, con Alberto, aka Indignato e TvBlog, e gli altri ragazzi che curano il blog Perché Sanremo è Sanremo.
Il flame in corso e la "campagna" con tanto di vignetta (bella!) sono dovuti al fatto che dopo aver segnalato il blog avevo poi tolto il link al loro sito dietro segnalazione di un lettore.
Il motivo è molto semplice: quando sono tornato a visitarlo ho trovato una paginata di parolacce, ecc.; acqua di rose rispetto ai siti pazzeschi che si vedono in giro, ma personalmente è un approccio che non mi piace (ciò non toglie che il blog abbia post e vignette interessanti e che, ovviamente, la volgarità non dipende solo dalle parole usate).
Quindi come non metto il link diretto ai video di gente che si sfracella, si picchia, si insulta, ecc. (e ce ne sarebbero di incredibili), ho tolto il link; un'altra possibilità poteva essere quella di mettere il link aggiungendo che il sito è caratterizzato da un tono "colorito".
Altro aspetto importante: questo non è il mio blog personale ma il blog della trasmissione che va in onda su Sky TG24; ne consegue che il livello di libertà e di attenzione che si ha su un proprio sito o su un corporate blog, non è lo stesso.
Tutto qui.
Mi interessava molto raccogliere l'opinione di tutti per capire come Vi comportereste in questi casi, perché penso possa tornare utile a tutti quelli che curano un corporate blog e più in generale blog che non sono diari personali in senso stretto.
Cosa ne pensate ?
Se pensate che sia stato troppo bacchettone...potete aderire alla campagna :)
Link: L'Indignato
Riguardo alla volgarità che dipende dal contesto: troverei altrettanto volgare lo scrivere tutto maiuscolo in rete. Che facciamo, lo censuriamo? :D
Scritto da: Gatto Nero | 06 marzo 2006 a 12:25
Marco, forse sarò fuori strada io, ma quando si fa la stessa impressione a un nutrito numeri di persone, si potrebbe anche farsi prendere dal dubbio che non siano fuori strada gli altri...
O siamo tutti pazzi, o se tutti quelli che me ne hanno parlato hanno ravvisato un tono da "maestrina"... forse hai avuto un tono da "maestrina". :D
Scritto da: Alberto Puliafito | 06 marzo 2006 a 12:28
Le parolacce sono la vita.
Per la miseria, "infilare la testa nel culo di un muflone" è cosa ben diversa dell'"introdurre il capo nel deretano di un quadrupede di pianura". Le parole sono importanti, la grammatica anche e le parolacce soprattutto.
Dice Bukowski: "Puttane, la strada e galere: eccole qua le mie università".
[Ste]
Scritto da: Noantri | 06 marzo 2006 a 12:31
@Alberto: ognuno ha la sua opinione siamo qui a parlarne. Mi sembra francamente che stai creando un caso sul nulla ma d'ora in poi proverò a esorcizzare la maestrina che è in me :)
@Noantri: la valutazione era sull'approccio complessivo non sulla singola frase.
E dai fai il bravo e non scomodare Charles ;)
Scritto da: Marco Montemagno | 06 marzo 2006 a 12:40
il fatto è che parlare di sanremo, come di quasi tutta la tv odierna, è purtroppo volgare e deprimente già senza parolacce.
La maggiorparte dei programmi sono altamente diseducativi, vedi reality e scandali da copertina pettegola.
In tutto questo, non credo che parlare di Jesse McCartney (peraltro sto grande ospite, un bambinetto che fa musica elementare, non certo un Bowie e nemmeno uno di mezza tacca), dicevo, non credo che parlare di Jesse McCartney in questi termini sia offensivo.
E'ironia, di parolacce in tv è pieno, in contesti trash che più trash non si può. Qui, mi sembra di capire che si parla di tv, siamo su Sky. I blog almeno aprono il cervello, alcune trasmissioni, non credo. Dunque credo che prima vada rifatta la tv, poi si potrà riparlare di volgarità per "il culo di un muflone", sempre meglio del piccione di Povia, per carità.
Saluti
Scritto da: AtaruMoroboshi | 06 marzo 2006 a 12:48
Mumble mumble... prima di pubblicare certe immagini, dovreste assicurarvi che non urtino la suscettibilità di qualcuno. Non vorrei mai che raffigurare in una vignetta la nudità dei piedi umani, la faccina sorridente ma soprattutto la ciabatta pelosa, fosse in constrasto con qualche religione o setta... non si sa mai... ;)
Scritto da: Mumble | 06 marzo 2006 a 13:48
Visto che il "flame" si è trasferito di qua, anch'io copio e incollo il mio precedente commento, tanto per non perdersi nulla per strada:
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Ah, dunque si trattava del linguaggio utilizzato (ed essendo io uno dei massimi esponenti del turpiloquio su quel blog, mi sento chiamato in causa). Immagino dunque che a questo punto inizierai a spuntare dal tuo blogroll ogni indirizzo che contenga al suo interno qualche termine censurato dal buon Igor e che possa colpire la sensibilità del lettore medio di "Reporter diffuso". Già me li immagino i prossimi commenti ai tuoi post: "quello lì che hai linkato ha scritto cazzo... cancellalo". Giusto, giustissimo. ;)
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Per il resto quoto totalmente quanto scritto da Alberto (terzo commento di questo post).
Scritto da: Maxime | 06 marzo 2006 a 14:29
Mi sorge un dubbio.
L'aver lasciato il link, barrandolo, non e' forse un modo per dire: io adoro quel blog, ma siccome sono un giornalista di Sky e questo e'un "corporate blog" devo far finta d'indignarmi.
Scritto da: Zucconetonto | 06 marzo 2006 a 15:29
Secondo me la chiave del problema è il luogo dove si inserisce il turpiloquio. Il blogger può scrivere tutte le parolacce che vuole. Invece, chi commenta un post dovrebbe adeguarsi - per quanto possibile - allo stile del blogger: se nel blog non ci sono parolacce, non dovrebbero comparire neanche nei commenti, e viceversa.
Personalmente, nel mio blog accetto parolacce e insulti. Mi divertono e alimentano la discussione. Al turpiloquio rispondo con un linguaggio posato, che può essere molto più violento e aggressivo di quello usato dal commentatore.
Scritto da: Alessandro Merolla | 06 marzo 2006 a 15:33
No confermo che non è lo stile di blog che mi piace.
Non mi piacciono gli insulti, l'approccio e questo modo di fare da bambini.
Se poi ad alcuni lettori piace, buon per loro.
Tutto qui.
Scritto da: Marco Montemagno | 06 marzo 2006 a 18:54