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26 giugno 2006

Commenti

marco cavicchioli

è difficile spiegare a chi ha schemi mentali tradizionali, a proposito della distribuzione dell'informazione, quale possa essere l'impatto che un nuovo modo di distribuirla potrebbe avere sull'intero mondo dell'informazione.
lo schema mentale tradizionale è "radiale" (l'informazione viene irradiata da alcuni centri di irraggiamento ritenuti autorevoli), mentre quello nuovo è "partecipativo" (l'informazione "è già" online, perchè prodotta da milioni di centri di produzione e distribuzione, pronta per essere selezionata, taggata, misurata e distribuita).
una volta era difficile reperire l'informazione perchè lo potevano fare solo professionisti con appositi strumenti. da qui la necessità di "irradiare" l'informazione una volta reperita.
ora tutti abbiamo a disposizione gli strumenti per reperire e pubblicare l'informazione. quindi la sua distribuzione diventa "partecipativa" perchè gli stessi destinatari partecipano alla sua produzione e distribuzione.

questi due modelli sono diversissimi tra loro, anche nella forma (e non solo nella sostanza). e non sono quindi intercambiabili: non si può "switchare" il modello vecchio in quello nuovo. non si può sostituire il primo con il secondo. si deve abbattere (o lasciar morire) il primo, e prendere ad utilizzare il secondo, che esiste già, ed è già attivo e presente.

questo processo non può essere nè compreso, nè accettato da chi vive con il vecchio modello che, di fatto, li priva del loro ruolo tradizionale proprio perchè è destinato esso stesso a svanire nel nulla. solo "reinventandosi" costoro potranno evitare di perdere tutto, ma non comprendendo il nuovo modello (la cui forma impedisce che possano semplicemente sostituirlo a quello vecchio) non hanno idea alcuna di come fare a "reinventarsi".

sarà un passaggio critico e non privo di problemi. molte "teste" cadranno, e molte nuove emergeranno. così come Apple è diventato il colosso mondiale del nuovo modo di distribuire musica (a scapito delle majors), così Digg (o chi saprà sfruttare al meglio le potenzialità del nuovo modello "partecipativo") diventerà il nuovo leader mondiale della distribuzione di informazione, a scapito di tutte quelle aziende mediatiche che non avranno saputo reinventarsi.

Damien

Dico che hai semplicemente ragione, anche e soprattutto a far notare la resistenza della gente al riconoscere un cambiamento...Siamo sempre qui a lamentarci che cambia tutto troppo velocemente, ma questo è sotto i nostri occhi, vi partecipiamo, siamo noi a generarlo...Non voglio dilungarmi...Volevo solo ringraziarti per aver fatto notare la cose. Scusa se non ho letto prima il tuo post. Io sono un ricercatore in Sociology (Social Movements and IT) alla City University di Londra e quello che fai tu, nello spiegare alla gente la tecnologia e i cambiamenti sociali e, a mio modesto parere, un nuovo modo di fare ricerca, anche a scopo accademico. Come vedi non cambia solo il modo di fare informazione...
A presto! Damien

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