Laura Bogliolo scatta in 4 righe una fotografia del tempo di diffusione delle notizie in Italia (la notizia in questione è quella della campagna sulla bellezza di Dove):
1) 15 ottobre ore 1.30 am Usa su Plasticblog >
2) 15 ottobre 2.33 am Usa su Boingboing.net >
3) 15 ottobre 18.30 Italia Skytg24 (blog...aggiungo io)
4) 19 ottobre Corriere.it >
In realtà i tempi di default sono molto più lunghi e variano in base all'argomento e ai parametri di notiziabilità dei diversi editori; in altre parole la notizia arriverà o in alcuni casi non arriverà mai a seconda dei casi (ma la soglia di notiziabilità viene abbattuta se i numeri in Rete diventano molto elevati).
Che ne pensate?
ti sei fissato con 'sta bellezza autentica... sono già 3 post che ne parli!
Scritto da: nicola | 20 ottobre 2006 a 21:15
In effetti è interessante capire come i redattori di Repubblica e Corriere vadano a "scoprire" queste notizie. Utilizeranno come riferimento siti come BoingBoing e Digg?
Altro problema che si può sollevare: è possibile che ogni settimana i video di cui parlano tutti i giornali son sempre gli stessi? In realtà basta UNA segnalazione su uno dei suddetti siti e poi c'è il boom.. e poi magari video più... "pazzeschi" restano sconosciuti. E' il lancio che fa la differenza? Si può fare un discorso simile anche in Italia, dove c'è un gruppo di blog che fanno la differenza in tal senso.
Scritto da: Ale | 21 ottobre 2006 a 12:12
...small is the new big! complimenti per le ottime 'riflessioni'(come sempre) :-)
Scritto da: passionemobile | 21 ottobre 2006 a 14:49
"in altre parole la notizia arriverà o in alcuni casi non arriverà mai a seconda dei casi"
Vero, sembra non poco lapalissiano ;-) ma il concetto dei "parametri di notiziabilità" è interessante: ovviamente se una notizia è OT per quel direttore/editore/testata, lui non la pubblicherà mai, ma qualcun altro sì (poi dipende anche dalla popolarità e diffusione della notizia originale, che deve provenire da una fonte che l'editore consulta).
E' un po' come nei telegiornali: ci sono notizie che non è il caso di dare per il loro carattere magari troppo faceto (o perché sono delle non-notizie), ma alla fine uno disposto a darle c'è sempre.
"(ma la soglia di notiziabilità viene abbattuta se i numeri in Rete diventano molto elevati)"
Questo secondo me è fuori di dubbio.
Scritto da: Dario | 21 ottobre 2006 a 16:36
In politica va anche peggio. I quotidiani italiani hanno una decina o poco più di corrispondenti esteri, e lavorano solo sul tritatutto delle agenzie internazionali come Reuters, che riportano solo le notizie che già tutti sanno.
Sul resto passano giorni, settimane, e persino anni. Oppure non se ne parla affatto. Come per le stragi e il colonialismo francese in Costa d'Avorio...
Scritto da: Paolo della Sala | 26 ottobre 2006 a 16:28