Bene, anche Last.fm è stata acquisita (qui sopra alcuni del team).
Valore dell'operazione: 280MLN di dollari (grazie a Fabio Bin per la sollecitazione).
Ora è un pò che volevo fare alcune riflessioni su start up e business, quindi ne approfitto:
- CBS prosegue la propria scia di acquisizioni.
L'acquisto del videoblog Wallstrip per alcuni milioni di dollari è passato inosservato ma è stato un segnale d'attenzione importante per un mondo - quale quello dei volggers - in continua crescita - Perchè i grandi continuano a fare acquisizioni?
Perchè non riescono a stare al passo con i cambiamenti, perchè "small is the new big" non è solo un modo di dire ma è la verità.
I grandi gruppi raggiunte certe dimensioni perdono di elasticità, di dinamismo di rapidità, di voglia di creare (al contrario devono mantenere lo status quo che è di per sé contrario al cambiamento).
Le decisioni passano per troppe teste, le valutazioni diventano più complesse perché i parametri da considerare diventano innumerevoli, e via così.
Ecco allora che è inevitabile una politica d'acquisizione cercando di individuare realtà che siano già affermate e evitando i rischi dell'early stage. - I grandi gruppi oggi aspettano a comprare - in genere- fino a quando non sono sicuri che la start up ha i numeri per funzionare.
Diretta conseguenza è che la pagano molto di più di quanto l'avrebbero pagata acquisendola all'inizio (= maggiore il rischio, minore l'investimento) - Perchè in Italia non ci sono startup?
Riformulo: perchè in Italia siamo in quattro gatti a fare start up (dove per start up intendo nuove iniziative/progetti online, indipendenti, nati al di fuori di gruppi noti)?
Perchè non ci sono soldi.
Ci sono ottimi sviluppatori, ottimi imprenditori, ottime menti, ottimi creativi, ma nessuno mette di fatto una lira.
Non abbiamo nulla da invidiare agli USA ma non ci sono le condizioni economiche per poter lavorare e creare progetti su scala mondiale (fatte salve le solite mosche bianche).
Negli USA parti e sullo zero a zero hai 5 milioni di dollari per giocare.
Da noi parti e sullo zero a zero hai il fido in banca.
I venture capitalist in Italia sono praticamente assenti - tranne pochi illuminati - e in queste condizioni competere su scala mondiale è impensabile.
E' come giocare un open di tennis con la Dunlop in legno mentre tutti giocano con l'ulitma Babolat in carbonio!
L'unica soluzione che hai in Italia e investire di tuo, lavorare H26 8 giorni su 7 e...incrorciare le dita. - Perchè alla fine le startup vendono?
Perchè è inevitabile.
Se vuoi crescere non puoi farlo senza investimenti.
E se non sei Murdoch o Gates hai bisogno di reperire investimenti e sinergie sul mercato. - Bolla si bolla no.
Molti parlano di bolla 2.0. Personalmente non la vedo al momento sulle acquisizioni effettuate quanto semmai su decine di startup che stanno raccogliendo decine di milioni per clonare applicazioni esistenti (siti di video, siti di foto, social networw, ecc.).
Inevitabilmente molti chiuderanno ma fa parte dei giochi (è un segno di un economia digitale, negli USA, che sta spingendo) - Potere: avere una presenza dominante online non è più solo un fatto di business. E' un fatto di potere.
Google ha potere. Yahoo!, Microsoft hanno potere.
I player online meglio posizionati controllano le porte d'ingresso del business di domani, dell'informazione di oggi e della società dei nostri figli.
In Italia alcuni grossi gruppi cominciano a capirlo ora. Ma è troppo tardi.
Mi dite la Vostra?
In Italia il capitalismo è familiare (se nasco figlio di posso fare qualcosa) e bancario (quindi una banca per sua natura non rischia vuole garanzie ed un'idea non ha nessuna garanzia).
L'associazione delle Venture Capital italiane è ridicola, soliti quattro nomi e se gli chiedi una valutazione sulla tua idea dicono che in Internet non investono (pazzesco!).
Non esistono manifestazioni che invitino le persone a presentare le proprie idee e poterle sviluppare personalmente. Di solito o si cerca di rubare l'idea o si chiudono le porte a prescindere. I barcamp sono carini, aggregano ma non portano mecenati che ti possano far cavalcare il tuo sogno.
L'Italia è un paese senza futuro, la sua popolazione trasuda pessimismo su politica, economica, infrastrutture etc etc. Chi dovrebbe dare una speranza scambia Google per un covo di parassiti.
Io metterei sul tavolo alcuni problemi del web 2.0:
- Le Venture Capital europee investono solo nel paese dove risiedono. Ma l'Europa non è unita? Solo problemi di controllo?
- Le start-up acquistate continuano a crescere oppure perdono progressivamente la loro forza vitale? Io credo che quando un Big acquista un nuovo sito si ha un decadimento della popolarità tra il 10% e 20%
- Perchè continuare a farsi la guerra su mercati già saturi: Social Network, Video Sharing, etc etc
- Secondo voi qual'è la start-up che compreresti tra quelle ancora free?
Infine abbraccio calorosamente tutte le persone che hanno un'idea, la studiano, ci perdono tempo, ore di sonno, incazzature, provano a creare qualcosa di nuovo, trovano qualche altro pazzoide che crede in loro, ma non trovano soldi per potersi mettere in gioco.
Ragazzi non mollate, mi raccomando io sto tenendo duro ;o)
Scritto da: Inchiostro Simpatico | 30 maggio 2007 a 20:48
Ho assistito lunedi scorso ad una conferenza del prof. Sangiovanni Vincentelli (http://composmentis.wordpress.com/2007/05/24/trasferta-a-pisa/) il quale parlava proprio di questo, e ha risposto direttamente alla tua domanda, al motivo per cui le start up in Italia (lui estendeva all'Europa) non decollano... Lui attribuiva le responsabilità a 1) venture capitalist assenti, e i pochi che ci sono ci sono sotto le mentite spoglie di banchieri, 2) un mercato azionario assolutamente non pronto all'investimento su start up (spiegava come in Usa le vendite e le offerte al pubblico di alcune start up siano state molto rapide, e come sia questa la tendenza).
Detto questo lui era molto pessimista, attribuendo alle start up italiane anche un altro difetto, e cioè quello di avere business plan molto approssimativi e poco efficaci.
Scritto da: Ivana | 31 maggio 2007 a 17:46
Ciao Ivana! Agree :)
In ogni caso, non conosco Vincentelli ma la domanda che gli farei è: quante start up ha creato lui in Italia? Hai qualche info in più?
Solo perché valuto sempre molto l'opinione di chi si sporca le mani nel day by day di un progetto online e molto poco chi parla per teorie di start up e web in Italia.
My 2 cents
Scritto da: Marco Montemagno | 31 maggio 2007 a 19:40
gran bel post! bravo marco
la mia idea: le start up italiane avranno futuro solo se si deicheranno al mercato internazionae al fine di attirar l'attenzione di venture capitalist americani ( es. domainsbot)
Scritto da: pluto | 31 maggio 2007 a 19:58
Vincentelli parlò di come lui in Italia, circa 10 anni fa, cerco di cambiare le cose, cercando appunto di applicare le 'teorie' conosciute in Usa al mercato italiano ed europeo, ma disse che, almeno in quel momento, l'idea era troppo avanzata per prendere piede, diciamo cosi. Lui su questo è stato drastico, sconsigliando il mercato europeo e italiano alle start up, e dicendo che, con idee valide e un buon business plan, altrove la vita di queste start up sarebbe stata migliore. Ha posto l'accento proprio su questo, esortando a pensare globalmente, e a non individuare il proprio mercato solo in Italia e in Europa.
Io su questo non concordo pienamente, credo che si debba impegnare affinchè le cose cambino anche qui da noi, piuttosto che andare sempre altrove e poi lamentarsi del fatto che qui tutto resta com'è...
Scritto da: Ivana | 02 giugno 2007 a 14:08
Ciao Marco,
bel post. Ho ragionato un pò sulle tue osservazioni e sul mio blog ho scritto un paio di righe su come la penso io.
(mi spiace inserirlo nei commenti, ma il Trackback sembra non funzionare:()
Scritto da: ADVB Strategic Minds srl | 12 giugno 2007 a 16:47
Caro Marco, ho letto con piacere il tuo post del quale condivido ogni parola. Lunedì ci vedremo per vinoclic, magari potremo fare 2.0 parole anche su questo.
Scritto da: Filippo Ronco | 03 luglio 2007 a 23:13
Perche' le start-up vendono?
Perche' gli imprenditori diventano milionari!
Vivo negli Stati Uniti e vorrei chiarire che "vendere" una start-up non e' affatto qualcosa di negativo.
Rappresenta invece il sogno principale della maggior parte degli imprenditori della Silicon Valley (insieme l'IPO in Borsa), ed e' in questo momento (visto che di IPO non se ne vedono di recente) l'unica opzione per "riempire la borsa" e monetizzare il successo ottenuto. Non tutti hanno in mano un'idea che vale tanto quanto Google.
Senza poi tenere in conto che i venture capitalists hanno l'obiettivo di monetizzare i propri investimenti. Acquisizione o quotazione in Borsa sono le uniche soluzioni.
Quindi viva le acquisizioni!
Scritto da: Andy | 26 novembre 2007 a 00:46