Tutti quelli che fanno informazione dovrebbero leggere questi due post di Rubel e Jarvis.
Rubel in questo post (How USA Today Collaborated with Readers to Cover the iPhone) spiega bene come USA Today per il lancio di iPhone si sia trasformato più in un network sociale che in un "organo d'informazione", adattandosi al vecchio adagio "chi ti legge - nel complesso - ne sa molto più di te".
Jarvis ha invece sottolineato quanto l'informazione sia stata disintermediata grazie a tutti gli strumenti web 2.0 (Twitter, Facebook, ecc.) e ai nuovi tool di event streaming (Mogulus, Ustream).
Morale (già nota): non sono più i giornalisti e i media tradizionali i soli padroni del vapore dell'informazione.
Chi fa informazione oggi non è il solo starter della notizia, come lo era in passato.
La notizia la producono anche molti altri e la veicolano sui propri canali a seconda del settore (non puoi seguire news di high tech, oggi, se sei fuori da twitter, ad esempio).
I media tradizionali devono allora adeguarsi e abituarsi a spostarsi sempre di più dentro al vortice di news prodotto da infinità di fonti.
Quello che sarà più collaborativo, aperto, sociale, connesso, qualitativo nelle proprie selezioni e al tempo stesso autorevole, dominerà l'informazione prossima ventura.
Provo quindi a riassumere così i principali passaggi evolutivi che i media tradizionali stanno affrontando online:
1. I media creano e distribuiscono i propri contenuti ma gli utenti li fruiscono passivamente
2. I media creano e distribuiscono i propri contenuti ma chiedono agli utenti di interagire con questi contenuti
3. I media creano e distribuiscono i propri contenuti ma chiedono agli utenti di mandare - free- i loro contenuti auto prodotti (UGC)
4. I media creano e distribuiscono i propri contenuti e quelli degli utenti condividendo revenues con loro
5. I media creano e distribuiscono i propri contenuti e quelli degli utenti condividendo revenues con loro ma alcuni utenti diventano particolarmente autorevoli/seguiti e distribuiscono i propri contenuti autonomamente
6. I media oltre a creare e distribuire i propri contenuti e quelli degli utenti, condividendo revenues con loro, si spostano all'interno delle conversazioni iniziate dagli utenti (non sono più gli unici a cominciare la conversazione) dialogando con gli utenti, partecipando alla conversazione, creando soluzioni per connettere gli utenti tra di loro
In Italia a che fase siamo?
Crossposted da: Il lancio dell'iPhone e il futuro - attuale - delle news - Internet con Marco Montemagno.
Io penso in una fase intermedia tra la 2° e la 3°.
Alcuni media offrono ai loro utenti la possibilità di aprire blog all'interno della loro rete ma, a quanto ne so, non condividono alcun guadagno con essi, nè usano i loro contenuti per pubblicare notizie.
A volte però i contenuti degli utenti fanno notizia.
Pensiamo per esempio ad alcuni video di YouTube finiti in TV per lo scandalo provocato (le famose prof simili a quelle raccontate nei film interpretate dalla Fenech, o blogger "opinion leader" (come Beppe Grillo su tutti al momento).
Segnalo anche altri siti che si occupano di editoria sociale che invece condividono i proventi degli annunci pubblicitari, vedi diggita.it in italia (unico nel suo genere che conosco), al contrario del concorrente OKNOtizie di Alice, che al momento però, offre un servizio migliore anche se non remunerato (a mio parere).
Scritto da: Tiziano | 03 luglio 2007 a 23:17
link
http://it.youtube.com/watch?v=yNWNtMF9keQ
Scritto da: Nick | 04 luglio 2007 a 03:16
In italia siamo ancora ai punti 1 e 2. Il punto 3 lo applicano soltanto qualche media televisivo, ma per le sciocchezze (v. Studio Aperto, Pazzi per i reality, ecc..).
P.S.: Finalmente un blog che parla non solo dell'iPhone! Tra poco metto melablog.it nei siti pericolosi, non ce la faccio più!!!
Scritto da: nicola | 04 luglio 2007 a 09:16
nicola
se non ti piace non lo frequenti. Melablog ha il diritto di scrivere quello che gli pare
Scritto da: nick | 04 luglio 2007 a 12:30
C'è chi nel 2004 era già al punto 4. Forse troppo avanti...
Scritto da: massimo cavazzini | 04 luglio 2007 a 12:47