C'è una nuova economia destinata a dominare questi anni digitali.
L'economia della reputazione e dell'attenzione.
Questa economia si incentra sul traffico che riesco a portare sui miei contenuti - ovunque questi si trovino, in un blog, in un widget, in un feed - e si pesa a link.
Anderson lo spiega molto bene in un passaggio di questo talk al Nokia World 2007.
In sostanza i link hanno un valore economico ben quantificabile.
Non è solo un valore di significato.
Link, chi campa di progetti online lo sa bene, vuol dire traffico.
Indicizzazione migliore. Visibilità del brand.
Buoni link significano page rank.
Significano autorevolezza. Significano reputazione.
Significano: soldi.
Ogni volta che una persona linka un mio contenuto ho un CPM ben preciso che posso calcolare, derivante da quel link oltre a tutti i benefici economici indiretti (se CNN/New York Times/Wired e Techcrunch linkano al mio nuovo progetto, si suppone con un sentiment positivo, beh i venture capitalist arriveranno molto probabilmente in massa).
In questo contesto i blog più importanti per ogni settore hanno ovviamente un ruolo determinante e nel caso specifico di Mr. Arrington in arte TechCrunch si sta assistendo ad una vera e propria "curva di Crunch" (!) che vale per le start up.
In pratica:
- Una nuova applicazione viene sviluppata
- Arrington ne parla e questo procura migliaia di registrazioni/utenti
- Techcrunch guadagna...
- A questo punto o il sito è valido e prende piede oppure (nella maggior parte dei casi, per un motivo fisico di limiti di attenzione) cade nel dimenticatoio e andrà a chiudere
La curva in questione non è ovviamente sostenibile e riproduce in realtà il meccanismo di visibilità dei media, applicandolo in questo caso alle start up web.
Mi dite la Vostra?
I tre big blog (TechCrunch, GigaOm, VentureBeat) fanno da cassa di risonanza...mi fanno scoprire nuove startup, ovvero nuove idee.
I 3 blog guadagnano comunque per pubblicità e traffico ormai consolidato (link o non link).
A volte creano delle mode, altre volte seguono le mode, altre volte ancora esaltano idee che ben presto spariranno.
Il loro giudizio di merito è solo una guida e non credo che sia fondamentale sul successo dell'idea.
Se un'idea è buona arrivi sui grandi circuiti in automatico, se non lo è fai fatica ad arrivarci.
I link sono terreno minato, molto aleatorio e facilmente manipolabile.
Il grafico che hai preso si riferisce alla quasi morte di Pownce...clone di Twitter creato da Kevin Rose (Mister Digg) che Techcrunch aveva pompato come sicura killer-startup dello stesso Twitter.
Al riguardo ti sfido a dirmi nel 2008 quali saranno i flop 5 ed i top 5 in internet (ovviamente voglio i settori non i nomi delle startup).
Scritto da: Inchiostro Simpatico | 21 dicembre 2007 a 18:48
Credo che in quel che dici ci sia una grande verità ed un piccolo inganno.
La verità è che i link sono usati come la vera "moneta" del web;
Il piccolo inganno è che NON sono moneta.
La curva di crunch non è che una "curva di curiosità" che fa i conti con la vera risorsa scarsa di questi anni: l'attenzione.
I catalizzatori di attenzione sono una questione sistemica, fanno il paio con la scarsità di tempo, la non sostenibilità arriva - appunto - quando si scambiano i link per moneta e su di essa (e non sul servizio) si fa un business plan. O no?
Scritto da: Nekuia | 03 gennaio 2008 a 01:39